Dalla Linea al Punto

Pubblicato sul numero Settembre – Ottobre 2022 di Servizi a Rete un contributo a cura di Mauro Salvemini e Valerio Zunino dal titolo “Dalla linea al punto. Evoluzione dei dati e dei sistemi informativi geografici”

Qui l’articolo (pag. 150)

Buona lettura!

Oltre le SDI ? – POST di Franco Vico

Oltre le SDI ?

Il concetto di Spatial Data Infrastructure ha più di un quarto di secolo, e appare oggi un po’ appannato.

Nel maggio 2020 EUROGI ha messo insieme 16 “geospatial thought leaders” in un webinar intitolato “Beyond spatial data infrastructures” (https://eurogi.org/category/beyond-sdi/). Tra questi c’era Ed Parson, spesso incaricato da Google di “evangelise geospatial data”, che ha affermato che le SDI sono morte, anzi non sono mai realmente nate. Una provocazione certo, che però ha qualche elemento di verità.

La suggestione di Parson è “to take a more convenzional web based approcch”. Il suo riferimento è un documento un po’ ignorato (almeno da me) prodotto del gruppo di lavoro congiunto W3C-OGC nel 2017 (https://www.w3.org/TR/sdw-bp/). L’idea è il superamento delle SDI verso qualcosa di meno strutturato: i dati spaziali sono immersi nel web, loosly coupled. Altri partecipanti all’iniziativa EUROGI hanno espresso più o meno la stessa opinione.

Ma questo approccio può essere efficiente ed efficace nella ricerca e nel concreto riuso dei dati spaziali? E c’è la questione della interoperabilità, tuttora tutt’altro che definitivamente risolta.

Intervenendo al webinar EUROGI, il presidente di OGC, Bart de Lathouwer, ha notato che OGC non ha mai pubblicato un documento con “SDI” nel titolo, anche se ha messo a punto i “building blocks” delle SDI. Ora però “the OGC is actively seeking … to further shape the future of SDIs in its Concept Development Study “Modernizing SDI” ” (mail del 18/06/2020), e, nella seconda metà del 2020, alcune iniziative sono state messe in campo da OGC in questa direzione (in specifico in Canada).

Nel marzo 2020 è stato pubblicato il paper “From Spatial Data Infrastructures to Data Spaces. A Technological Perspective on the Evolution of European SDIs” (ISPRS Int. J. Geo-Inf. 2020, 9, 176, https://www.mdpi.com/2220-9964/9/3/176), scritto da varie persone del JRC. Il paper contiene anche una valutazione sulle prospettive di INSPIRE (secondo chi ha scritto molte delle sue regole). Anche in questo caso il futuro prospettato è di una maggiore fluidità: va superato il punto di vista “provider-centric” e bisogna mettere al centro e coinvolgere gli utilizzatori.

Il 14/07/2020 nella plenaria di apertura della User Conferenze ESRI, Jack Dangermond ha tratteggiato la sua vision. La parte a cui faccio riferimento in particolare è rivedibile qui (a partire dal min 5:50: GIS Interconnecting our world [2 di 4] https://www.youtube.com/watch?v=MvyOQoiHAqU&list=PLaPDDLTCmy4YwK56yHaEdtRgNUoPBiZTz&index=3&t=0s ). Nella vision di Dangermond, un ruolo importante ce l’ha la Geospatial Infrastructure (l’eliminazione del termine “dati” non è certamente casuale). L’idea è che le “GIS capabilities are becoming embedded” e che ci saranno le app che devono fornire un “frictionless access” alla conoscenza geospaziale. Una visione che va oltre il concetto tradizionale di SDI.

Il 24 e 25 febbraio 2021 si è svolto il Geospatial Knowledge Infrastructure Summit, una conferenza virtuale veramente globale (https://geospatialmedia.net). I punti chiave sono stati: non raw data ma “knowledge services on demand“, la creazione di un geospatial ecosystem focalizzato sui servizi e sulla domanda degli utenti, basato su open data, open tools per l’analisi e la visualizzazione, e sul partenariato pubblico-privato.

I diversi approcci qui richiamati, sono proposti da soggetti molto diversi, in contesti diversi; però c’è una certa convergenza tra loro. Inoltre, non va anche nella stessa direzione, ad es., l’idea delle DIAS (Data and Information Access Services) proposta dal progetto europeo Copernicus?

Penso che avrebbe senso provare a ribaltare queste riflessioni e considerazioni, emerse nel dibattito internazionale, sulla realtà attuale delle SDI italiane. Che non sono morte ma sembrano vivacchiare. Sembra sia prevalso un approccio burocratico: vengono prodotti certi dati (spaziali) perché è stabilito da qualche norma o perché lo si è sempre fatto, e c’è poca attenzione all’usabilità dei dati, al loro effettivo uso, e alla domanda degli utilizzatori.

Vorrei chiudere segnalando una iniziativa in controtendenza rispetto al vivacchiare, una iniziativa molto positiva, che però è anche un implicito riconoscimento di una difficoltà di comunicazione con gli utenti, il ciclo di webinar promosso dalla Regione Veneto sulle attività della Regione per l’informazione geografica (https://www.regione.veneto.it/article-detail?articleId=10857319). Questo ciclo di webinar è iniziato il 10 febbraio e termina il 31 marzo. I partecipanti agli appuntamenti finora tenuti, sono stati dell’ordine dei 300 ogni volta: quindi, possiamo dire, se c’è la volontà di comunicare ci sono anche quelli che hanno voglia di ascoltare.

23 marzo 2021

Franco Vico (franco.vico@formerfaculty.polito.it)

Articolo – “Dati territoriali, caratteristiche, strumenti ed obiettivi”

Articolo di Tonino Conti sulla rivista Azimut del marzo 2020

Articolo che nasce da un confronto avuto con la redazione della rivista Azimut del Collegio dei geometri e Geometri Laureati della provincia di Ancona per un intervento da tenere per un convegno dal titolo “Dati territoriali per i professionisti del territorio” che avrebbe dovuto svolgersi a Jesi il 25 febbraio 2020. L’evento poi è stato purtroppo annullato il giorno precedente perché si era già agli inizi dell’emergenza COVID-19.

Continua a leggere il post sulla rivista Azimut 1/2020 ovvero visualizza il pdf qui

Articolo – “Quali prospettive per il Catasto delle Infrastrutture SINFI?”

 Articolo del 15 novembre 2018 sulla rivista techeconomy 2030 di Fulvio Ananasso, Sergio Farruggia e Monica Sebillo

Abbiamo già parlato di Spatial Data Infrastructures (SDI) e Catasto delle Reti, mostrando come una declinazione estremamente rilevante di una di spatial data infrastructure (SDI) tematica, parte di una SDI nazionale, riguardi il “Catasto delle Infrastrutture”, prerequisito per la realizzazione di reti avanzate di comunicazione in fibra ottica a banda ultra-larga (BUL) a copertura capillare del Paese — next generation access network (NGAN).

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Articolo – “Spatial Data Infrastructures (SDI) e Catasto delle Reti”

Articolo del 17 ottobre 2018 sulla rivista techeconomy 2030 di Fulvio Ananasso, Sergio Farruggia e Monica Sebillo.

L’evoluzione del sistema per la gestione delle informazioni territoriali/cartografiche di un Paese può essere ricondotta, nell’era digitale, alla definizione della Spatial Data Infrastructure (SDI) nazionale, componente del Sistema Informativo della PA indispensabile per consentire l’uso dei dati geo-referenziati ed erogare servizi efficienti di fruizione dei dati territoriali, basata sullo sviluppo di analoghe infrastrutture di livello gerarchico inferiore, regionali e locali.

Il concetto di SDI, in termini generali, individua un insieme di risorse tecniche e organizzative aggregate e impiegate per facilitare e coordinare funzionalità di accesso, utilizzo e condivisione dei dati geo-spaziali digitali.

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Articolo – “Il mercato del settore geospaziale: e l’Italia?”

Articolo del 6 agosto 2018 sulla rivista techeconomy 2030 di Fulvio Ananasso, Sergio Farruggia e Monica Sebillo.
Dopo un’analisi del mercato geospaziale mondiale basata sul rapporto GeoBuiz 2018 Report, andiamo a vedere i dati della seconda sezione, che ripropone l’analisi comparativa tra 50 nazioni, rispetto al loro grado di maturità e propensione all’utilizzo delle tecnologie geospaziali, espressa in termini di Geospatial Readiness Index (GRI). Questo indicatore è stato concepito per riassumere – attraverso l’assegnazione di un punteggio finale – la capacità di sfruttare le opportunità offerte dalle tecnologie geospaziali espressa da una nazione….

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Articolo – “Geospatial Digital Transformation: verso la Società 5.0”

Articolo del 19 luglio 2018 sulla rivista techeconomy 2030 di Fulvio Ananasso, Sergio Farruggia e Monica Sebillo.
 
“Di digital transformation si continuerà a parlare alla conferenza annuale di AM/FM GIS Italia in programma a Roma, il 5 luglio prossimo”. Avevamo concluso in questo modo la presentazione di questo evento sul sito dell’associazione, dando seguito all’EUROGI Members Meeting sul tema “Geospatial & Digital Transformation key for Industrial Revolution 4.0 and Society”.

Prendendo spunto dai contenuti illustrati negli interventi proposti dai relatori invitati, approfondiremo il tema della digital transformation, specificatamente rispetto allo scenario nazionale…
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Articolo – “Geo-spatial revolution: opportunità, mercato e prospettive di sviluppo”

Articolo del 15 marzo 2018 sulla rivista techeconomy 2030 di Fulvio Ananasso, Sergio Farruggia e Monica Sebillo.
 
In questo quinto post della Rivoluzione Geo-digitale vogliamo effettuare una sintesi di quanto discusso sinora, cercando di creare un ponte tra “high level thinking” degli specialisti e come si possa passare ad applicazioni e soluzioni “trasversali” concrete atte all’utilizzazione di massa per il miglioramento della qualità della vita – smart communities, sicurezza, telemedicina / e-health, pianificazione di reti e servizi, tempo libero che saranno oggetto dei prossimi post….

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Pubblicazione – AMFM GIS Italia ha contribuito all’ “Agenda Urbana per lo Sviluppo Sostenibile”

AMFM GIS Italia, in collaborazione con Stati Generali dell’Innovazioni (SGI) ha preso parte alla stesura della Agenda Urbana per lo Sviluppo Sostenibile – Obiettivi e proposte, pubblicato il 14 marzo 2018 dall’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile, ASviS, cui le due associazioni aderiscono.

Il documento (disponibile qui in pdf)  è stato redatto dal gruppo di lavoro ASviS sul goal 11 (città/comunità sostenibili), coordinato dal Centro nazionale di studi per le politiche urbane. Esso propone un programma basato sugli SDGs, adotta gli indicatori Eurostat sul grado di urbanizzazione e analizza la correlazione tra i 17 Obiettivi ONU e i 12 temi prioritari dell’Agenda urbana per l’UE.

Il contributo congiunto di AM/FM GIS Italia – SGI a questo importante strumento di lavoro per il Governo, le amministrazioni locali e le organizzazioni della società civile che operano per rendere migliori le nostre città, è stato significativo per inserire il concetto di Informazione Geografica all’interno dei documenti nazionali di pianificazione strategica inerenti l’Agenda ONU 2030 e i suoi  17 Sustainable Development Goals, SDGs.

In particolare, è stato posto in risalto l’apporto della cosiddetta “rivoluzione dei dati”, specificatamente quella geo-spaziale, per un migliore affinamento degli indicatori per gli SDGs, che saranno perfezionati nel corso degli anni, nell’ambito della Commissione statistica dell’ONU e integrati da indicatori sviluppati a livello regionale e dai singoli Stati, anche nel contesto delle policy urbane per lo Sviluppo Sostenibile.

Documento – ISTAT ed AMFM GIS Italia su “Indirizzo geografico dei dati statistici e dei numeri civici”

Già nella Conferenza nazionale del 2014 AMFM prese una posizione sulla questione dell’indirizzo geografico dei dati statistici, dei servizi ai cittadini e dei numeri civici degli immobili. E’ stata prodotta una white paper dal titolo LA GEO-LOCALIZZAZIONE COME ELEMENTO UNIFICANTE DELLE AZIONI E DELLE INFORMAZIONI PER I SERVIZI AI CITTADINI.

In sede di detta Conferenza fu approvata una risoluzione nella quale l’indirizzo geografico dei numeri civici in termini di latitudine e longitudine viene specificatamente trattato.

L’ ISTAT come esposto nel documento “Il programma di modernizzazione dell’ISTAT” del 26 gennaio 2016 è in via di ristrutturazione ma soprattutto le sue attività , comprese quelle relative ai censimenti della popolazione e delle abitazioni, sono in fase di evoluzione e modifica. Si riportano alcuni articoli apparsi all’inizio del 2016 sulla stampa.

Articolo 22 gennaio 2016 Corriere della Sera – Dario Di Vico

Articolo 24 gennaio 2016.Corriere della Sera – Giorgio Alleva

AMFM ha ritenuto di continuare a svolgere il suo ruolo scrivendo una lettera al Presidente dell’Istat prof. Giorgio Alleva il quale a sua volta ha ritenuto di rispondere in modo circostanziato e positivo.
Le due lettere sono di seguito riportate.

Lettera al Presidente dell’ISTAT

Lettera del Presidente dell’Istat prof. G. Alleva.

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